Giorno della Memoria: cosa ne sarà  dopo l’ultimo testimone?

Che ne sarà  del ricordo della Shoah quando tutti i testimoni di quella tragedia non ci saranno più? Chi coltiverà  la memoria di quanto è accaduto?
Il nodo del rapporto tra storia e memoria è da anni materia di riflessione tra storici, politici, intellettuali e testimoni. Il tema è stato al centro di diverse iniziative promosse da Proteo Fare Sapere, da quasi 20 anni, che hanno trovato spazio sulle pagine della rivista “Articolo 33” in occasione delle celebrazioni del Giorno della Memoria e non solo. Le tante tragedie dell’umanità  hanno trovato eco nella letteratura con opere memorabili, ma spesso correndo rischio che l’elemento della finzione prevalga sulla realtà  dei fatti. Nel caso della Shoah, delle leggi razziali e della deportazione i testimoni hanno svolto un ruolo importante non solo nella perpetuazione della memoria di ciò che è stato, ma anche e soprattutto nella sensibilizzazione e nell’educazione ai principi di uguaglianza tra le persone senza distinzioni di razza, religione ecc. come le Costituzioni democratiche, peraltro, sanciscono con chiarezza. In qualità  di sopravvissuta agli orrori del campo di sterminio di Auschwitz è intervenuta anche la senatrice a vita Liliana Segre, con una lettera indirizzata agli studenti in cui ribadisce l’importanza della memoria individuale e collettiva, a tutela della democrazia.
Cari ragazzi,
questo è un anno dalla doppia ricorrenza, le orrende leggi razziste e, fortunatamente, dieci anni dopo, l’entrata in vigore della Carta fondamentale. Il filo rosso che le unisce è l’articolo 3, quel Manifesto dell’eguaglianza e della dignità  umana che deriva direttamente dalla rivoluzione francese. Poche righe che cancellano in un solo istante venti lunghissimi anni di dittatura. Con la Costituzione repubblicana siamo entrati tutti, uomini e donne di ogni ceto, nell’età  dei diritti. È solo attraverso l’attuazione ed il rispetto della nostra Costituzione che possiamo garantire una buona manutenzione della nostra Democrazia. Come dicevano i nostri padri costituenti la Carta è la base della legalità  repubblicana.
Quale miglior viatico dunque per voi giovanissimi ragazzi e ragazze che l’invito alla lettura e, auspicabilmente, al rispetto della nostra Bibbia Laica? La mia storia personale di testimone della memoria nell’ultimo anno è diventata di dominio pubblico con la mia nomina a Senatrice a vita da parte del Presidente della Repubblica. Il mio cammino è iniziato trent’anni fa il giorno in cui ho pensato di rompere il silenzio sulla Shoah. Un Paese che ignora il proprio ieri non può avere un domani. La Memoria è un bene prezioso e doveroso da coltivare. Sta a noi farlo. A che serve la memoria? A difendere la democrazia.
Un carissimo saluto a tutti voi e auguri di buon lavoro.
f.to Liliana Segre