Giornata mondiale degli insegnanti

L’UNESCO indice la celebrazione del 2019 sul tema “Young Teachers: The Future of the Profession” con l’obiettivo di porre al centro del dibattito mondiale l’urgenza di agire affermando il ruolo degli insegnanti negli obiettivi di sviluppo dei paesi, al fine di incoraggiare i giovani, altrimenti disaffezionati, verso quella che definisce “una professione di prima scelta”.
Come riporta il messaggio congiunto, accade ovunque che “non sia facile attirare e trattenere i talenti verso una professione sottopagata e svilita”: ma proprio qui va il monito dell’Istituzione, ovvero sollecitare l’impegno degli Stati ad investire sulla scuola, rimuovendo gli ostacoli che frenano l’occupazione e le condizioni negative di insegnamento e apprendimento, per coniugare le decisioni future alle generazioni di oggi, alle loro aspettative e ai bisogni.
Il segretario generale della FLC CGIL  – Francesco Sinopoli- scrive un messaggio agli insegnanti.
“L’insegnante ha un compito delicatissimo e di grande responsabilità : accompagna la crescita delle ragazze e dei ragazzi e trasmette loro conoscenze e competenze per affrontare il percorso della vita con strumenti strutturali di fronte alle immancabili difficoltà . Ma soprattutto aiuta ogni persona, fin da piccola, ad inserirsi in un contesto sociale, fatto di regole e diritti, relazioni e rispetto, possibilità  e limiti, aprendo orizzonti di comunicazione in cui gestire la libertà  soggettiva e quella degli altri.
È una professione che richiede grande energia e motivazione, spesso destinate a perdersi nella strada che avvicina alla meta i giovani interessati, in particolar modo nella realtà  italiana: formazione universitaria complicata, ricerca di percorsi abilitanti, attesa di concorsi, graduatorie infinite, precariato lungo e reso incerto da continue revisioni delle norme, progressione economica rigida, retribuzione bassa e insoddisfacente.
L’Italia ha in cattedra insegnanti di età  molto superiore alla media europea, chiamati a tensioni e fatiche quotidiane di adattamento per capire una generazione lontana, immersa nella rete e sviata da stimoli contraddittori.
Sarebbe facile parlare di una scuola vecchia e inadeguata, liquidando la complessità  del tema in semplici battute, ma la realtà  rimanda che l’essenza della relazione interpersonale, invece, si è fatta più profonda, più comunicativa, dove da entrambe le parti si impara.
I docenti sanno cogliere i cambiamenti del tempo, perché tutte le mattine entrando in classe vengono proiettati a vedere lontano. L’immagine dei bellissimi cortei del Fridays For Future dove sfilano studenti e studentesse insieme a tanti insegnanti è l’emblema di una condivisione che rompe gli schemi abituali e presenta tutta la ricchezza di cui è fatta “ostinatamente” la nostra scuola, il cui linguaggio universale dovrà  essere compreso, quanto prima, anche dalla politica più distratta.”