Scuola, utilizzo personale non vaccinato: il Ministero non si confronta e non tutto chiarisce

Il Ministero dell’Istruzione con la nota 659 del 31 marzo 2022 chiarisce termini e modalità  per l’utilizzazione del personale docente ed educativo non vaccinato che, in base alle misure contenute nel DL 24/2022, non può svolgere attività  didattica con gli alunni. Il Ministero, anche sulla base del parere del proprio ufficio legislativo, precisa che per l’utilizzazione del suddetto personale le scuole debbono fare riferimento agli articoli 3 (modalità  e ambito di applicazione del personale docente ed educativo) e 8 (orario di lavoro, rapporto di lavoro e trattamento economico) del CCNI del 2008 concernente il personale dichiarato inidoneo alla sua funzione per motivi di salute. Pertanto in base alla nota ministeriale i docenti/educatori saranno utilizzati in compiti diversi dal profilo di appartenenza e dovranno svolgere 36 ore settimanali di servizio.
Persistono tuttavia dubbi e criticità  che peraltro hanno portato la FLC CGIL e altre sigle sindacali a non firmare il protocollo d’intesa sulla sicurezza in materia di contrasto alla pandemia.
La nota, come del resto anche quella precedente, è stata emanata senza alcun confronto con i sindacati scuola, con una tempistica assolutamente discutibile, essendo stata emanata a poche ore prima dell’entrata in vigore della norma.
Anche in questo caso si tratta di una comunicazione scarna e omissiva anche perché ignora alcuni aspetti che riguardano direttamente o indirettamente l’organizzazione del lavoro di oltre 1 milione di dipendenti.
Innanzitutto, chiarito che il personale docente ed educativo non vaccinato deve svolgere 36 ore in quanto ricadente nella fattispecie del personale inidoneo alla docenza, nulla si dice sul personale non vaccinato con contratto a tempo indeterminato: il CCNI sopra richiamato riguarda infatti solo personale a tempo indeterminato.
In secondo luogo viene totalmente dimenticata la situazione del personale dichiarato “fragile” dal medico competente che fino ad ora aveva lavorato a distanza utilizzando proprio il contratto sulle utilizzazioni.
In terzo luogo non una parola si spende sull’utilizzo del personale ATA non vaccinato per il quale non si prevede, al pari dei docenti, la sostituzione con supplente come se anch’esso, nello svolgimento del proprio lavoro, non dovesse rimanere a stretto contatto con gli alunni. E ricordiamo, ancora una volta, che la copertura del costo delle supplenze in sostituzione del personale non vaccinato avverrà  a danno del fondo di istituto.
Riteniamo che la tutela della salute dei lavoratori non venga così salvaguardata.
E riteniamo che in questo modo non vengano rispettate le prerogative sindacali dal momento che si ricorre agli strumenti contrattuali (vedi CCNI sul personale inidoneo) senza preoccuparsi di agire le relazioni sindacali, dell’informativa e del confronto, che devono precedere l’attivazione delle clausole che regolano il rapporto di lavoro.
Un Ministero che sfugge al confronto, che ignora le relazioni sindacali, che opera con atti unilaterali, credendo di agire con sicurezza e rapidità  di esecuzione, finisce invece per evidenziare solo sicumera che crea problemi piuttosto che risolverli.